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lunedì 29 giugno 2015

Max, da cane eroe a star del cinema

Dalla guerra, quella vera, a una storia sul grande schermo. Si è trasformata così la vita di Moby ora star del cinema grazie al film “Max” che lo vede protagonista. Ma prima della finzione questo quattrozampe ha vissuto veramente le brutture dei campi di battaglia. Impiegato fra le fila della Marina statunitense in Afghanistan, Moby è stato anche ferito: un proiettile lo ha colpito all’altezza dell’occhio destro, ma per fortuna non gli ha lasciato danni fisici permanenti. 
Come molti altri veterani bipedi, però, anche Moby non è riuscito a lasciarsi alle spalle le esperienze vissute: soffre di disturbi da stress post-traumatico e rumori come quelli dei fuochi d’artificio lo terrorizzano perché gli ricordano le esplosioni. Anche per questo alcuni responsabili delle associazioni dei veterani di guerra sperano che questo film possa aiutare la gente a comprendere le difficoltà di chi torna dalla guerra e di che cosa voglia realmente dire vivere con un disturbo post-traumatico da stress (PTSD). 
Il film “Max” racconta la storia di un giovane adolescente che si trova ad affrontare una tragica perdita in famiglia e che trova amicizia e protezione in un eroico cane soldato appartenuto al fratello caduto, un Marine degli Stati Uniti che ha combattuto nella guerra in Afghanistan. Il soldato era l’unico che poteva toccarlo, che poteva lavorarci insieme. Nessun altro era in grado di avvicinarlo. Un rapporto che, poco per volta, si è trasferito al ragazzino. Un film commovente, ma anche pieno di avventura quando i due si trovano ad avere a che fare con un sinistro militare che arriva in città. 

mercoledì 24 giugno 2015

Terminator Genisys


2029, John Connor è al comando della lotta contro le macchine. É sul punto di vincere la battaglia, ma le spie TECOM gli rivelano l'intenzione da parte di Skynet di attaccarlo sul duplice fronte passato/futuro. Connor è costretto a inviare il fidato Kyle Reese indietro nel tempo per salvare la vita di sua madre Sarah Connor e garantire la propria esistenza. Reese trova una Sarah rimasta orfana di un Terminator all'età di 9 anni e allevata da un altro Terminator, interpretato da Schwarzenegger, programmato per proteggerla e per addestrarla ad affrontare il suo destino. Destino che lei cerca categoricamente di sfuggire.




lunedì 22 giugno 2015

Morta Laura Antonelli, icona sexy del cinema: "Avvisate Lino Banfi e Claudia Koll"

L'attrice, protagonista del film cult "Malizia", è scomparsa dopo un infarto a 73 anni: è stata trovata in casa dalla colf

Il fratello Claudio, l'attore Lino Banfi, l'ex attrice Claudia Koll e uno dei parroci di Ladispoli: sono gli ultimi amici, quelli veri, che l'attrice ha chiesto di chiamare quando sarebbe morta. Lo ha scritto su un biglietto, racconta l'assessore ai servizi sociali del Comune di Ladispoli Roberto Ussia. "Credo che i funerali non si potranno tenere prima di giovedì-venerdì - ha detto l'assessore - perché dobbiamo attendere l'arrivo del fratello Claudio che vive in Canada. La tutela legale del Comune (era stata interdetta ed i suoi tutori erano il sindaco di Ladispoli Crescenzo Palliotta e il suo avvocato Mario Paggi e dal 2009 era sotto tutela dei servizi sociali, ndr) decade nel momento della morte e quindi sarà il fratello a stabilire tempi e modi per l'ultimo saluto". 

Per molti l'immagine della Antonelli rimarrà sempre legata alla vestaglietta, succinta e ammiccante, che Salvatore Samperi le aveva imposto per il personaggio della cameriera di "Malizia" nel 1973 (Nastro d'Argento come migliore attrice protagonista e Globo d'oro come miglior attrice rivelazione), ma negli ultimi anni la vita dell'attrice, sex symbol per eccellenza del cinema italiano degli anni '60 e '70, è stata segnata dalla vicenda giudiziaria iniziata il 27 aprile del 1991, quando nella sua villa di Cerveteri furono trovate diverse dosi di cocaina. Un'odissea conclusasi nove anni dopo con l'assoluzione della Antonelli, alla quale è stato riconosciuto anche il risarcimento da parte dello Stato. Depressa per le conseguenze di un intervento di chirurgia plastica dalla quale era uscita con il volto deturpato, alle prese con la solitudine dopo il fallimento di alcune relazioni sentimentali, Laura aveva cercato conforto prima nella cocaina e dopo nella fede.

sabato 20 giugno 2015

Diamante nero e gli altri film in uscita al cinema, 18 giugno 2015

Arrivano in sala il racconto di formazione di Céline Sciamma, l'horror digitale "Unfriended" e la commedia d'azione "Fuga in tacchi a spillo"

Céline Sciamma, regista francese che aveva affrontato la ricerca della propria acerba identità sessuale in Tomboy, torna con sensibilità sulle tematiche giovanili con Diamante nero, rappresentando il processo di formazione di una ragazza delle banlieu tra disagi, speranze, illusioni. 
Diversi titoli in arrivo dagli States: l'horror Unfriended interamente ambientato sullo schermo di un computer; la storia di una famiglia tutta matta con un padre bipolare (Mark RuffaloTeneramente folle (Infinitely Polar Bear); la commedia d'azione Fuga in tacchi a spillo conReese Witherspoon poliziotta molto rigida alle prese con la sexy vedova (Sofia Vergara) di un boss da proteggere; il thriller La regola del gioco vede Jeremy Renner nei panni di reporter che scopre un collegamento tra i servizi segreti statunitensi e il traffico di cocaina del Sudamerica.
Parlano italiano il doc Nessuno siamo perfetti sul creatore di Dylan Dog Tiziano Sclavi e la commedia di Carlo Vanzina con Roaul Bova Torno indietro e cambio vita. Per i più piccoli ecco il film d'animazione Albert e il diamante magico, tratto dal libro omonimo dello scrittore danese Ole Lund Kirkegaard

venerdì 19 giugno 2015

Il reporter che scoperchiò le connessioni della Dark Alliance

Nelle sale "La regola del gioco" di Michael Cuesta, con Jeremy Renner nei panni del giornalista che scoprì i legami tra la Cia e i trafficanti di droga negli anni Novanta
Convenzionale ma succoso, anche perché è la vicenda del reporter che dopo la famosa inchiesta del 1996-97 in cui scoperchiava le indicibili connessioni di quella che aveva definito Dark Alliance, cadde vittima di una campagna di discredito e isolamento che nel 2004 lo avrebbe condotto a una morte misteriosa.
Webb lavorava per una testata californiana abituata alla cronaca locale e non certo al tipo di “storia” che avrebbe portato lui. Il legame tra Cia e governo da una parte – smentendo le accese prese di posizione pubbliche contro il male del secolo – e il traffico e i trafficanti di droga centroamericani dall’altra, per finanziare la guerra al regime sandinista nicaraguense negli anni Ottanta sotto la presidenza Reagan. Jeremy Renner, l’artificiere disposto a tutto di "The Hurt Locker", attribuisce al personaggio quell’insieme di scaltrezza e candore – «il vero reporter deve disturbare cercando e dicendo la verità» – che attraverso il cinema ha fatto del giornalista una figura chiave della “ideologia americana”. 

giovedì 18 giugno 2015

Il bizzarro e fallimentare film sulla FIFA

È costato 25 milioni di euro, ne ha incassati appena 150 mila: il Guardian l'ha definito "un escremento", per dire il tono delle recensioni

Frédéric Auburtin è un regista francese: nella sua carriera ha diretto soprattutto film e episodi di serie tv francesi; fino al 2012 il suo più importante incarico era stato quello di aiuta regista per il film del 1998 La maschera di ferro, con Leonardo di Caprio e Gérard Depardieu. Proprio Depardieu nel 2012 telefonò a Auburtin: gli disse di aver appena parlato con il presidente della FIFA Sepp Blatter, interessato afare un film sulla storia della FIFA, di cui Aubertin sarebbe stato il regista e Depardieu uno dei protagonisti. Quel film è stato fatto e nel maggio del 2014 – poco prima dell’inizio dei Mondiali di calcio in Brasile – è stato presentato nella selezione ufficiale Festival del cinema di Cannes, col titolo United Passion. Nel luglio del 2014 il film è stato anche trasmesso su Rai 1, col titolo La grande passione.
La grande passione celebra gli oltre cento anni di storia della FIFA – acronimo di Fédération Internationale de Football Association – dalla sua fondazione a Parigi nel 1905 fino agli anni recenti. Il film si concentra soprattutto su tre personaggi: Jules Rimet, João Havelange e Joseph Blatter. Rimet, francese, fu presidente della FIFA per oltre trent’anni, dal 1921 al 1954, e fu lui a organizzare nel 1930 i primi Mondiale di calcio ed è da lui che prende il nome la coppa Rimet, il trofeo che dal 1930 al 1970 fu assegnato alla nazionale vincitrice dei Mondiali di calcio. Havelange, brasiliano, fu presidente FIFA dal 1974 al 1998, anno in cui il suo posto fu preso dallo svizzero Sepp Blatter, che a maggio è stato eletto presidente per la quinta volta e pochi giorni dopo ha annunciato l’intenzione di dimettersi in seguito alle indagini sulla corruzione nella FIFA.
Nel film Rimet è interpretato da Depardieu, Havelange da Sam Neil (il dottor Alan Grant di Jurassic Park) e Blatter da Tim Roth, particolarmente conosciuto per i suoi ruoli in Pulp Fiction e Le Iene, entrambi diretti da Quentin Tarantino. La Grande Passione dura un ora e cinquanta minuti, è stato prodotto in Francia ma girato in inglese: è costato circa 25 milioni di euro, 20 dei quali sono statidirettamente forniti dalla FIFA. Il film era passato relativamente inosservato in Italia e in Europa ma se ne è tornati a parlare perché dopo le recenti indagini sulla FIFA è uscito in alcune sale cinematografiche statunitensi: nelle dieci sale in cui è uscito il film ha avuto un incasso complessivo di poco superiore ai 600 dollari. Una cifra che non ha alzato di molto i ricavi complessivi finora avuti in tutto il mondo, che secondo il sito Box Office Flops superano di poco i 150mila euro.
Oltre ai pessimi risultati, La grande passione ha anche ottenuto delle pessime recensioni: gli utenti di IMBD gli hanno dato una votazione media di 2,1 (su 10) facendolo arrivare al 27esimo posto della classifica dei film più brutti di sempre. Il “Metascore” del film – una valutazione data in base alle recensioni dei critici professionisti – è di 1 su 100 e nemmeno su Rotten Tomatoes le cose vanno meglio.
Uno dei motivi per cui il film ha avuto così poco successo – nonostante il budget di medio livello, per una produzione europea – l’ha spiegato il comico e conduttore statunitense John Oliver: «Come si fa a fare un film di sport in cui gli eroi sono i dirigenti?». Molte recensioni sono d’accordo su questo fatto: in La grande passione il calcio giocato è marginale, quasi assente. Più che quello che manca, il problema del film è però quello che c’è. Al centro della storia c’è quella che ilGuardian – che usa la parola “escremento” per riferirsi al film – definisce una auto-agiografia, una “propaganda stalinista“. Il New York Times – che ha definito il film “inguardabile” – cita un momento del film in cui Roth, che interpreta Blatter, dice, appena dopo la sua prima elezione: «Saremo esemplari in ogni aspetto», «Puniremo severamente anche la più sottile infrazione dell’etica».

mercoledì 17 giugno 2015

Il Trono di Spade senza cuore: Parla il protagonista dell'ultimo, brutale sviluppo

Il Trono di Spade senza cuore: Parla il protagonista dell'ultimo, brutale sviluppo
Attenzione: l'approfondimento che segue contiene spoiler rilevanti sull'ultimo episodio della quinta stagione de Il Trono di Spade.
Si è conclusa domenica negli Stati Uniti e la scorsa notte in Italia su Sky Atlantic con la versione originale sottotitolata la quinta stagione de Il Trono di Spade, con un colpo di scena che in queste ore sta facendo discutere molto, in particolare chi non era preparato dai romanzi diGeorge R. R. Martin. Proprio sul finire di un ciclo tutto sommato tranquillo, se non altro per il numero contenuto di decessi importanti, la serie di HBO ha sconvolto il suo pubblico con il brutale assassinio di uno dei suoi personaggi più amati, Jon Snow, interpretato fin dal primo episodio da Kit Harington.
LA MORTE DI JON SNOW. Dopo essere diventato Lord Comandante dei Guardiani della Notte e aver fatto ritorno al Castello Nero "con la coda fra le gambe" per l'esito sfavorevole dell'epica battaglia con le Ombre Bianche e l'esercito di non-morti, Jon Snow non riesce a contenere l'insofferenza di una parte dei compagni per la sua iniziativa di allearsi con il nemico, i Bruti, cresciuti di numero dopo la campagna ad Aspra Dimora. Un gruppo di dissidenti capeggiato da Alliser Thorne decide quindi di ribellarsi, infliggendo al proprio comandante il più letale dei colpi: quattro pugnalate nell'addome, l'ultima delle quali inferta dal suo giovane segretario personale, Olly, che poco prima lo aveva attirato nell'imboscata con l’inganno.
Il Trono di Spade
Kit Harington nell'episodio Mother's Mercy.
TEORIE. L'immagine di Jon Snow inerme nella neve macchiata dal suo sangue è certamente la più drammatica di questa quinta stagione, non così diversa dalla scena ritratta da Martin in A Dance with Dragons. Tuttavia, fin dal 2011, quando fu pubblicato il romanzo, l'ultimo che i fan hanno potuto leggere, e nuovamente in occasione dell'episodio Mother's Mercy, abbondano le teorie su cosa ci si dovrebbe aspettare da The Winds of Winter e dalla sesta stagione de Il Trono di Spade, inclusa la possibilità che l'ultimo capitolo della storia di Jon non sia stato ancora scritto. Sebbene non sia nello stile di Martin, il personaggio potrebbe sopravvivere all'aggressione, come sembra suggerire soprattutto il romanzo, che usa le parole "ferito gravemente", o addirittura reincarnarsi in Spettro, il suo metalupo, nello stesso modo in cui il fratellastro Bran ha avuto modo di fare con Estate. "Spettro" è l'ultima parola che scivola via dalla lebbra di Snow nel libro, in cui si sente anche Melisandre affermare, forse rivolgendosi a lui, "Ora è un uomo, ora un lupo, ora un uomo di nuovo".
La stessa Melisandre (Carice van Houten) potrebbe riportarlo in vita, ammesso sia in grado di farlo come lascerebbe intendere il suo incontro con Thoros di Myr, un sacerdote rosso che ha riportato indietro dalla morte più di una volta Beric Dondarrion della Fratellanza Senza Vessilli, grazie ai poteri del Signore della Luce. Inoltre il ragazzo potrebbe trasformarsi in qualcosa di diverso, forse un'Ombra Bianca, congettura questa alimentata da chi ha intravisto una connessione misteriosa nel suo scambio di sguardi con il condottiero delle Ombre Bianche nell'episodio della battaglia ad Aspra Dimora. Certamente una teoria fantasiosa, più di chi sospetta che Jon Snow possa non essere il figlio bastardo di Ned Stark ma di sua sorella Lyanna e Rhaegar Targaryen. Frutto del loro amore e non del rapimento e dello stupro che portarono alla Battaglia del Tridente, alla morte di Rhaegar e all’ascesa di Robert Baratheon come nuovo re dei Sette Regni. Questo potrebbe fare di Jon un sangue di drago, quindi in grado di sopravvivere o addirittura essere guarito dalle fiamme - come abbiamo visto fare a Daenerys Targaryen al termine della prima stagione - quando per gli uomini in nero verrà il momento di bruciare i suoi resti.
LA LEGGENDA DI AZOR AHAI. Chi è Azor Ahai? A malapena accennato nella serie, i romanzi raccontano con maggiore minuzia di dettagli la storia di un leggendario condottiero che migliaia di anni prima riuscì con la sua spada di vero fuoco forgiata nel cuore della moglie a opporsi al Grande Estraneo e liberare il mondo dalle Ombre Bianche. Nei libri di Asshai viene predetto che, quando le stelle sanguineranno e si alzeranno venti freddi, Azor Ahai si reincarnerà in un guerriero. Egli estrarrà dal fuoco una spada in fiamme e guiderà gli uomini contro gli Estranei. Molti sospettano che questo nuovo salvatore sia proprio Jon Snow. Anche lui ha impugnato una spada leggendaria capace di uccidere un'Ombra Bianca. E anche lui ha sacrificato il proprio amore (Ygritte) in nome di una causa giusta. A questo si aggiungono le visioni che Melisandre ha quando chiede alle fiamme di mostrarle il salvatore: Snow, appunto. Inoltre, lui muore/rinasce "tra il sale" (le lacrime per il tradimento di Olly) "e il fumo" (delle ferite calde), come vuole la profezia, e se fosse davvero il figlio di Lyanna e Rhaegar, rispetterebbe anche quella parte che vuole il salvatore discendere da Aerys e Rhaella Targaryen.
Il Trono di Spade
LE LACRIME DI KIT. Va detto che le visioni di Melisandre sono discordanti. Lei stessa era convinta che Azhor si fosse reincarnato in Stannis Baratheon (Stephen Dillane). A questo si aggiungono le diverse visioni degli altri sacerdoti e il fatto che anche Daenerys (Emilia Clarke) sia una discendente del Re Matto, non il suo unico punto di contatto con la profezia. Ma, più di tutte, ci sono nero su bianco le parole raggelanti che Harington, commosso dopo le riprese, ha condiviso con Entertainment Weekly dopo la messa in onda dell'episodio. "Ogni stagione leggi la sceneggiatura e pensi: 'Oh c***o'. Sapevo che sarebbe successo. Non ho letto A Dance with Dragons. Ma ho letto gli altri libri e avevo saputo che tutto ciò sarebbe accaduto. Onestamente, nessuno prima mi aveva mai parlato di ciò che sarebbe successo nella serie. Ma questa volta è accaduto e sono stati chiari: 'Questo è tutto'. Se in futuro accadrà qualcosa di diverso, non ne so nulla - è solo nelle teste di David [Benioff]Dan [Weiss] e George. Ma mi è stato detto che sono morto. E infatti lo sono. Non tornerò nella prossima stagione. Questo è tutto quello che posso dire, purtroppo".
Lo stesso Weiss rincara la dose: "Morto è morto. Ci auguriamo che, dopo aver visto la scena, dal modo in cui è stata girata, la risposta sia inequivocabile nella mente delle persone. Dovrebbe essere abbastanza chiaro cosa succede nel momento in cui si vede la scena. Non è una scena del tipo, 'Oh, cosa sarà successo esattamente?'". Ma non disperate del tutto perché restano da riportare le dichiarazioni che Martin aveva rilasciato in un'intervista del 2011: "Oh, pensate che sia morto? I miei lettori dovrebbero sapere bene di non prendere nulla come oro colato".

martedì 16 giugno 2015

Poltergeist: la trama e il cast

Poltergeist: la trama, il cast e il trailer ufficiale in italiano del film
Poltergeist rivisita il classico film del 1982 su una famiglia la cui casa, in un sobborgo residenziale, è infestata da forze malvagie. 
Quando terrificanti apparizioni moltiplicano i loro attacchi e prendono prigioniera la figlia più piccola, la famiglia deve coalizzarsi per salvarla prima che scompaia per sempre. 
Poltergeist rivisita dunque un marchio consolidato, dando vita al classico racconto di una casa infestata che sollecita le nostre paure più profonde. Ritrae una famiglia come la nostra, in una casa come la nostra, che tuttavia si ritrova prigioniera di una trappola soprannaturale. 
Il film è stato girato in 3D nativo, che acuisce i momenti di terrore, la suspense e lascia col fiato sospeso, aggrappati alle poltrone. 
Il nuovo copione lascia aperta l'interpretazione sul fatto che l'orrore che questa famiglia - perseguitata da molteplici spiriti e dalla conseguente sparizione di una bambina - si trova a fronteggiare può non essere dovuto solo al fatto che la loro nuova casa è costruita su un cimitero. Introduce l'idea che la nostra natura frantumata e la fragilità delle famiglie ci rendano molto più vulnerabili alle tentazioni del soprannaturale... 
Poltergeist, prodotto da Sam Raimi, diretto da Gil Kenan (Monster House) e interpretato daSam Rockwell, Rosemarie DeWitt, Jared Harris e Jane Adams con i giovani esordienti Saxon Sharbino, Kyle Catlett e Kennedi Clements, arriva nelle sale italiane il 2 luglio.

lunedì 15 giugno 2015



Giovanna Ralli, ho 80 anni e mi ritiro

L'annuncio al Festival di Taormina



(ANSA) - TAORMINA, 15 GIU - "Anche se sono coetanea di Sofia Loren, anzi più piccola di 4 mesi, io gli 80 anni li ho già compiuti e così mi ritiro". Così Giovanna Ralli, commossa, ha annunciato al Festival di Taormina il ritiro dalla carriera di attrice. Diretta dai più grandi registi del cinema italiano e non solo, l'attrice riceverà il premio alla carriera al Teatro Antico di Taormina, "da Rossellini ho imparato moltissimo, Scola è stato un grande maestro, mentre a Garinei e Giovannini devo tutto per il teatro".
   


Anderson, Coen e McDormand a Festa Roma

Tra gli eventi retrospettiva su Pietrangeli e omaggio a Pasolini


(ANSA) - ROMA, 15 GIU - Frances McDormand con il marito Joel Coen sui sodalizi di coppia, Wes Anderson e il premio Pulitzer Donna Tartt sul cinema italiano, Carlo Verdone e Paola Cortellesi sulla comicità, Renzo Piano sul rapporto cinema-architettura e Paolo Sorrentino con l'anteprima mondiale di un suo inedito di 10 minuti. Sono alcuni dei protagonisti degli incontri della 10/a edizione della Festa del Cinema di Roma (16-24/10). Tra gli eventi, una retrospettiva su Antonio Pietrangeli e un omaggio a Pasolini.


Torna cinema in Piazza Maggiore Bologna

Da 'Per un pugno dollari' a 'Amici miei, omaggi Welles e Bergman



 © ANSA(ANSA) - BOLOGNA, 15 GIU - Apertura con la copia restaurata di 'Per un pugno di dollari' di Leone, chiusura con 'Amici miei' di Monicelli, e tante 'perle' come la rara copia in 70mm del capolavoro di Kubrick '2001 Odissea nello spazio'. Dal 21 giugno al 15 agosto si ripeterà in piazza Maggiore a Bologna, 'Sotto le stelle del cinema', cinquantadue serate ad ingresso gratuito.
    Previsti omaggi per i centenari di Orson Welles, Ingrid Bergman e Monicelli.

Villa Sordi, in futuro diventerà museo vivo

Verdone e Fondazione Alberto Sordi presentano progetto


Casa Sordi © ANSAOggi Alberto Sordi avrebbe compiuto 95 anni e la data scelta dalle due Fondazioni non è casuale: si presenta il progetto di apertura al pubblico di questa abitazione che "Sordi custodì come una fortezza", racconta Verdone.
La 124 grigia è parcheggiata all'ingresso, accanto al monumento equestre intitolato a Nestore, come il cavallo del film omonimo, poi si entra. Tutto un po' in penombra. Chiunque passando a Piazzale Numa Pompilio e alzando lo sguardo verso quella grande villa ha notato negli anni le persiane chiuse, quasi serrate. "Io stesso - ci racconta Verdone - intravedevo Sordi, quasi un fantasma. Teneva le serrande a tre quarti e quando dicevo rispettosamente Alberto tirale un po' su, lui rispondeva 'no, mi si rovinano le tende e i quadri'".
C'è il salotto, con tanti soprammobili, gli argenti in vetrina, la collezione di porcellane a tema animali e il divano di velluto giallo simile a quello di tante abitazioni borghesi, e poi c'è lo studio con i premi, le fotografie - tantissime con papa Wojtyla - tutto foderato di libri e enciclopedie. Verdone indica la poltrona "dove Sordi leggeva i copioni e quando si sentiva un tonfo era lui che disprezzava la sceneggiatura, era il segnale per i domestici di recuperare lo scritto gettato in terra e bruciarlo". Il luogo più luminoso è la barberia, tutta foderata di specchi: ci sono quadri di Maccari e Zavattini, ma è la poltrona da barbiere e i divanetti bianchi a dominare "come nel fantastico camerino di un grande artista", spiega ancora Verdone. Annesso il suo guardaroba, ordinatissimo, con tutte le scatole catalogate e i completi giacca e pantalone rigorosamente cammello. La sala da pranzo, lo scalone e poi il teatro dove si è svolta la presentazione delle attività per Alberto Sordi, ieri oggi e domani. Nel teatro, con le sculture di Ceroli ai lati, Sordi vedeva i film e dava, negli anni '60, cene e feste. "Una volta vennero qui - è sempre Verdone a raccontare - Jack Lemmon e Walter Matthau. E poi c'erano tra i '60 e i '70 ospiti fissi Fellini e la Masina, lo sceneggiatore Sonego, Amidei, Piccioni, Scola e tanti cardinali".
Alla morte della sorella Savina, però, nel '72, sulla casa calò un velo di lutto, tutto rimase in penombra, sempre più rari gli inviti e le uscite, il teatro chiuso per sempre. In attesa del museo vero e proprio, fuori della villa si realizzerà un'arena estiva con Alberto il grande, una rassegna cinematografica, in programma dal 27 giugno al 3 luglio, proiezioni gratuite curate da Luca Verdone e la collaborazione con la Cineteca Nazionale e il Comune di Roma. Prima di una serie di iniziative per non dimenticare Albertone.


Incassi, i dinosauri sbaragliano tutti

Jurassic World a 5,5 mln precede Fury. Box office +150%


 © AP(ANSA) - ROMA, 15 GIU - I dinosauri di Jurassic World sbaragliano tutti. Il film di Colin Trevorrow con Chris Pratt è subito in testa al box office del week end con 5.581.065 in 4 giorni e spodesta 'Fury' di David Ayer con Brad Pitt, secondo con 901.705 euro (2.983.234 in totale). Scivola al quarto posto 'Youth-La giovinezza' di Paolo Sorrentino con 271.497 (5.447.612 totali) preceduto dal romantico 'La risposta è nelle stelle' (299.523). Box office più che raddoppiato rispetto allo scorso week end (+149%).